30.5.11

Ospedale "San Luca" se ne parla mercoledì 1° giugno a Castelguglielmo

Mercoledì 1° giungo 2011,
presso la Sala civica di Castelguglielmo
serata sull'ospedale di Trecenta
... parliamone ancora

L'iniziativa parte dalla consigliere comunale Giuseppina Castellan Anselmi che ha invitato:
Antonio Laruccia, sindaco di Trecenta
Guglielmo Brusco, vicepresidente della provincia di Rovigo

Sono attesi gli interventi di altri amministratori locali.

29.5.11

Le mazzate del piano sanitario regionale. Zaia minimizza.

fonte: RovigoOggi.it
27 maggio 2011

SANITA' ROVIGO Declassamento dell'ospedale cittadino previsto dalla bozza del piano socio sanitario regionale. 5 specialità in meno. No comment del dg dell'Ulss 18 Adriano Marcolongo


Penalizzante la bozza del piano socio sanitario regionale. Declassato l’ospedale di Rovigo, previsto il taglio di 5 specialità: otorino, medicina nucleare, malattie infettive, nefrologia e neurochirurgia. Il direttore generale Adriano Marcolongo si barrica dietro un categorico "no comment". Luca Zaia, presidente della Regione, glissa: "Dagli ospedali escono tutti guariti".
 
Rovigo – E’ ancora una bozza ma fa già parlare di sé. Il piano socio sanitario regionale 2011-2013 assesta un duro colpo all’ospedale di Rovigo, dove non sarebbero più previste le specializzazioni di otorino, medicina nucleare, malattie infettive, nefrologia e neurochirurgia. A rischio anche i posti letto per l’ospedale di Trecenta, con una riduzione dal 4,5 al 4 per mille abitanti.
Un piano che segue logiche politiche e non sanitarie, secondo Mario Favazza (foto a lato), segretario regionale del sindacato dei medici ospedalieri Cimo (foto a lato) che lo definisce come un programma di serie B. “Abbiamo bisogno di un piano che si occupi del paziente a 360 gradi e non della soddisfazione del politico”, spiega Favazza, “L’importante è garantire l’eccellenza sanitaria al paziente. A chi debba toccare l’eccellenza è un fatto politico. Ma come possiamo garantire l’eccellenza se ci sono ancora ospedali con 40 posti letto?”. A detta di Favazza il piano non garantirebbe neanche il meccanismo per accedere alle sedi centrali.
Pesanti critiche anche dal fronte politico, con il commento di Graziano Azzalin, consigliere regionale del Pd, che definisce la bozza come un ragionamento puramente contabile. “Purtroppo mi dispiace constatare che i miei timori erano fondati: le preoccupazioni sul futuro della sanità polesana e sul ruolo che gli ospedali di Rovigo e Trecenta avrebbero ricoperto all’interno del piano sembrano concretizzarsi”, afferma il consigliere. “Le bugie dell’assessore Coletto hanno le gambe corte, e i suoi toni confortanti sono smentiti dai numeri: nel riparto dei fondi 2011 le due Ulss del Polesine registrano una diminuzione di 3 milioni e 280mila euro a Rovigo e di 1 milione 980mila euro ad Adria. Il rischio è che le strutture pubbliche del nostro territorio vengano pesantemente ridimensionate”.
Azzalin confidava nella visita di Luca Zaia, presidente della Regione, in città giovedì 26 maggio. Vane le sue speranze, che ha avuto risposte più che vaghe da Zaia: “dagli ospedali escono tutti guariti”.
“I disagi che si verrebbero a creare per i pazienti della provincia di Rovigo – conclude Azzalin – potrebbero essere davvero enormi. Si pensi cosa potrebbe significare per i tanti dializzati la chiusura del reparto di nefrologia. Mi farebbe piacere sapere l’opinione del dottor Piva a riguardo. Questi tagli, infatti, colpiscono direttamente i più deboli ed il territorio, ma noi non staremo in silenzio. Chi vuole bene al Polesine e lo vuole difendere sarà al nostro fianco, il resto sono solo vuote parole".
No comment da parte del direttore generale dell'Ulss 18 Adriano Marcolongo, giunto al termine del suo mandato, che si esprime solo con un “argomento chiuso, punto e a capo”.

Giulia Frezzato

Tagli alla sanità in Polesine

fonte: sito web del Resto del Carlino, Rovigo, 25 maggio 2011.

Il consigliere del Pd, Graziano Azzalin, svela che nel riparto dei fondi delle due Ulss rodigine ci sarebbe stata una diminuzione di 5milioni e 260mila euro.

Servizi sanitari a rischio nel Polesine. Ad annunciarlo il consigliere del Pd, Graziano Azzalin, il quale ricorda che "le preoccupazioni riguardo al futuro della sanita’ polesana e sul ruolo che i suoi due ospedali di Rovigo e Trecenta sembrano concretizzarsi. Purtroppo mi dispiace dover constatare che i miei timori erano fondati - ha affermato - le bugie dell’assessore Coletto hanno le gambe corte e i suoi toni rassicuranti sono smentiti dai numeri: nel riparto dei fondi 2011 le due Ulss del Polesine registrano una diminuzione di 3 milioni e 280mila euro a Rovigo e di 1 milione 980mila euro ad Adria".

"E’ evidente - ha aggiunto - il ridimensionamento del pubblico, in una provincia come quella di Rovigo nella quale la sanità privata è cresciuta in modo esponenziale, con il tasso di crescita piu’ alto d’Italia (16,4%): negli ultimi otto anni i ricoveri sono passati da 25 milioni a 51milioni, le visite ambulatoriali addirittura da 8 a 27 con un incremento del 230%. Questo avviene perche’ si permette a strutture private di accollarsi le visite piu’ redditizie lasciando al pubblico le briciole".

"Chiudere come prevederebbe il Piano sociosanitario che la Giunta sta elaborando, i reparti di otorino-laringoiatria, malattie infettive, medicina nucleare, neurochirurgia e nefrologia dell’ospedale di Rovigo - conclude Azzalin - vorrebbe dire dare un colpo pesantissimo non solo al nosocomio rodigino, ma alla sanita’ dell’intera provincia e, quindi, alla qualita’ della vita dei polesani".

10.5.11

Coletto: "Chi avrà più anziani avrà più soldi dalla Regione"

dal sito del Resto del Carlino, 10 maggio 2011 http://www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/cronaca/2011/05/10/502989-colletto_avra_anziani.shtml
Ieri l’assessore regionale alla Sanità era all’hotel Regina Margherita per il summit Pdl


Rovigo, 10 maggio 2011 - Chi ha più anziani avrà più soldi. E’ questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dagli assessori regionali alla Sanità, Luca Coletto, e ai Servizi sociali, Remo Sernagiotto, in merito ai futuri finanziamenti delle aziende sanitarie della regione. «Ribadisco che non vogliamo chiudere gli ospedali ma nel nostro ambizioso progetto vogliamo portare i servizi a casa degli anziani», è la dichiarazione rassicurante dell’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, al candidato sindaco Bruno Piva durante la riunione di maggioranza regionale tenutasi ieri all’Hotel Regina Margherita.

Tema: il piano sociosanitario regionale. Quindi nessuna preoccupazione per la chiusura dell’ospedale civile di Rovigo, nè per quello di Trecenta. «Sono due strutture importanti che garantiscono a circa 170 mila abitanti una copertura sanitaria all’avanguardia — spiega Coletto in conferenza stampa supportato da Domenico Mantoan, segretario della sanità veneta e dai consiglieri regionali di Pdl e Lega nord — Il problema che maggiormente ci affligge sono gli anziani, abbiamo una media vita molto elevata, data dalla buona sanità che garantiamo. Quest’oggi abbiamo analizzato il nuovo piano sociosanitario e abbiamo stilato una nuova griglia di valutazione per distribuire in maniere più adeguata i finanziamenti nazionali. Maggiore risorse saranno garantite alle aziende sanitarie con la media vita più elevata». In pratica, nell’ambito della regione, Rovigo e Belluno. Per quanto riguarda il Polesine, spiegano i tecnici regionali, in considerazione del fatto che la spesa sanitaria di ogni anziano è pari a trenta volte quella di una persona con meno di 65 anni, al territorio saranno destinate risorse come se gli abitanti fossero 300mila, non solo 170mila.

Il riparto in discussione nella quinta commissione consigliare, che questa settimana incontrerà le parti sociali sul piano sociosanitario e la prossima passerà all’approvazione, è pari a 8 miliardi 250 milioni di euro, parte dei quali sarà redistribuita tra le aziende sanitarie delle varie province. «E per il 2011 — ha affermato Leonardo Pavin, della quinta commissione — avremo dal Governo centrale 200 milioni di euro in più, grazie alla riorganizzazione che stiamo mettendo in campo».

di MILENA FURINI

Il Pdl blocca il governatore. «Nessun ospedale sarà chiuso»

SANITA'

Dopo la chiusura dei conti, Zaia aveva annunciato le prime dismissioni. Mantoan: da Roma 200 milioni in più, l’addizionale non servefonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/10-maggio-2011/pdl-blocca-governatore-nessun-ospedale-sara-chiuso-190606834364.shtml

VENEZIA — Le parti oramai sono ribaltate. Un tempo era infatti il Carroccio, maestro della guerriglia in aula e del doppio registro «di lotta e di governo», a tenersi le mani libere mandando ai matti il Pdl e l’allora governatore Giancarlo Galan, ora invece tocca agli azzurri che, superato lo choc del passaggio dal primo al secondo piano, stanno imparando il sottile piacere di dire quel che pensano e pazienza se al nuovo governatore, Luca Zaia, la cosa può provocare qualche orticaria. Il terreno è sempre quello, il più sdrucciolevole: la Sanità. Zaia abbozza: «Penso all’addizionale Irpef», e loro lo stroncano: «No a nuove tasse» (costringendo la giunta ai salti mortali sul bilancio). Lui annuncia dalle colonne di questo giornale: «Adesso chiudo gli ospedali», e loro tirano fuori la paletta: «Alt!, non si chiude proprio un bel nulla». L’hanno detto ieri, a Rovigo, dove c’è un candidato sindaco da sostenere ed un ospedale (quello della vicina Trecenta) in odore di lucchetti, di fronte ad un manipolo di leghisti rimasti silenti ed al segretario generale della Sanità, Domenico Mantoan, che magari senza volerlo ha tirato pure lui una stoccata al governatore: «Per il prossimo anno non servono altre tasse». Con buona pace di Zaia e del suo assessore alla Sanità, Luca Coletto, che invece nell’ultima settimana hanno fatto intendere a mezzo stampa che l’addizionale è indispensabile e giusto dietro l’angolo. Leonardo Padrin, presidente della commissione Sanità, lo dice chiaro e tondo: «Non verrà chiusa alcuna struttura, gli ospedali del Veneto resteranno quelli che sono».

Padrin gioca sul filo sottile dell’interpretazione della «chiusura», che all’uomo della strada suona come giù la serranda e tanti saluti, mentre per i più accorti frequentatori degli uffici della Sanità potrebbe pure farsi coincidere con la «riconversione» di alcuni reparti, con lo spostamento di qualche specialità, con l’addio (ad esempio) del solo centro per le nascite o con il ridisegno della rete per l’emergenza. Tant’è, la cura drastica viene tassativamente esclusa dal Pdl che anzi, sempre con Padrin va all’attacco: «Chi dice che verranno chiusi degli ospedali in Veneto dice delle bugie politiche, usa slogan elettorali». Per saperne di più non resta che attendere il nuovo Piano sociosanitario (più sanitario che socio, da quel che si racconta nel Palazzo: si vedrà che dirà l’assessore di reparto Remo Sernagiotto quando avrà la bozza definitiva), un infinito «work in progress» sconosciuto ai più che Zaia, confortato dalla sua maggioranza, vorrebbe in consiglio entro giugno, altrimenti tanto vale ricominciare tutto daccapo. Seguiranno le schede ospedaliere. Quel che si sa, dunque, sono solo indiscrezioni, silenziate da Coletto: «Tanto poi cambia tutto». Le Usl, per dirne una, resteranno quelle che sono, sia quanto al numero che quanto ai confini, dell’investimento sulla rete territoriale e dell’avvicinamento dei servizi agli anziani (con poderosi investimenti sulla domiciliarietà) si è già detto, verranno centralizzati gli acquisti e sarà definito il criterio, già sperimentato nell’ultimo riparto, «che darà più soldi pro capite alle Usl del Polesine e del Bellunese dove ci sono più anziani e per di più sparsi in un territorio vasto e impervio » annuncia il capogruppo del Pdl, Dario Bond, che non a caso viene proprio dalla montagna. «Viviamo in una situazione di epidemia in carestia - spiega Mantoan - l’epidemia è il crescente numero di anziani, con un’età media che passerà da 82 a 90 anni di qui al 2020 e con una spesa farmaceutica che è 33 volte quella di un neonato; la carestia è invece la penuria di risorse: il Fondo sociosanitario solo 5 anni fa aveva avuto un incremento del 10% mentre nel 2010 si è fermato all’1,8%».
Insomma, crescono le spese e si riducono le entrate. Ed il prossimo anno ci sono pure 60 milioni di euro in più da sganciare, quelli della prima rata degli ammortamenti non pagati finora. «Ma il ministero dell’Economia ci ha assicurato per il prossimo anno 200 milioni di euro in più» avverte Padrin e Mantoan conferma: «Con questi soldi, rendendo più efficienti gli ospedali e controllando la spesa, non solo saremo in grado di chiudere il prossimo bilancio della Sanità senza disavanzi ma lo faremo senza il bisogno di introdurre nuove tasse, a cominciare dall’addizionale Irpef. E potremo pure garantire ulteriori servizi extra Lea». Gran cenni di assenso tra gli uomini del Pdl che vedono così confermata la linea imposta alla giunta tra malumori e baruffe, mentre i leghisti non confermano né smentiscono (Coletto se ne è già andato), sono delle sfingi. Intanto si intensificano le voci su un’imminente defenestrazione di Antonio Padoan, direttore generale dell’Usl di Venezia. Pur di liberarsene, Zaia sarebbe perfino disposto a tenere al loro posto fino a scadenza naturale (dicembre 2012) gli altri due direttori in bilico, Adriano Marcolongo (Rovigo) e Giuseppina Bonavina (Verona). Così da concentrare in laguna tutta la potenza di fuoco dei suoi legali.

Marco Bonet
10 maggio 2011