28.12.11

Dal piano sanitario regionale il pericolo di un accorpamento dell'Ulss di Adria con quella di Chioggia

http://it.wikipedia.org/wiki/Veneto

In questo blog ci occupiamo principalmente dell'ospedale di Trecenta, anzi il suo scopo è proprio quello di contribuire a salvare il "San Luca". Tuttavia ciò che succede intorno non è privo di riflessi sul nostro ospedale. La regione Veneto sta approvando il piano sanitario regionale e questo avrà pesanti ripercussioni su tutta sanità regionale.
Dei taglieggiamenti operati a danno dell'ospedale di Trecenta è stato detto molto, sugli organi di stampa e su questo blog, ma anche l'ospedale di Rovigo corre grossi rischi (vedi il relativo post). Chi ha fatto troppo poco per l'ospedale di Trecenta si trova ora ad affrontare analoghi problemi per quello di Rovigo.
A proposito del piano sanitario regionale si è parlato anche del possibile accorpamento delle due Ulss del polesine, la 18 e la 19. Ciò che non si sapeva è che le alte sfere in regione stanno pensando anche alla possibilità di accorpare l'Ulss 19 di Adria con quella di Chioggia, in provincia di Venezia.
Lo affermano, preoccupati, il sindaco di Rovigo Bruno Piva, il presidente dell’ordine dei medici Francesco Noce e il primario di Medicina di Trecenta Emilio Ramazzina. Si veda l'articolo di rovigooggi.it.
“Prima che le decisioni a livello regionale si prendano noi mettiamo le mani avanti e diciamo la nostra - esordisce il presidente dell’ordine dei medici di Rovigo, Francesco Noce, coadiuvato dal dottore e sindaco di Rovigo Bruno Piva e dal primario di Medicina Soc di Trecenta Emilio Ramazzina - siamo favorevoli solamente all'unione tra Rovigo ed Adria per creare una forte azienda sanitaria che possa servire 300mila persone con le numerose prestazioni d'eccellenza che dispone”.

27.12.11

Ospedale San Luca: le proposte del comitato dei cittadini ai sindaci dell'altopolesine


II Comitato dei Cittadini per la difesa del San Luca sollecita i sindaci dei comuni altopolesani a intervenire in difesa dell'ospedale di Trecenta e si dichiara disponibile a collaborare nella definizione delle iniziative da prendere.
Intanto il comitato propone l'esposizione di lenzuola in tutti nelle zone più visibili, così come è stato fatto a Trecenta nel viale che porta all'ospedale e in vari luoghi del centro cittadino; la convocazione dei consigli comunali con ampia diffusione dell'evento sui giornali, alla tv e attraverso manifesti; il presidio dell'ospedale con delegazioni da tutti i comuni dell'altoplesine. Suggerisce la sottoscrizione congiunta di una diffida contro qualsiasi impoverimento dell'ospedale e di consegnare al prefetto, in segno di protesta, la fascia dei sindaci. Infine, propone una manifestazione a Venezia con delegazioni, possibilmente, da ogni paese.
Si attendono adesioni.

20.12.11

Ospedale di Trecenta, "Il personale del Suem dovrà lavorare doppio".

fonte: Il Resto del Carlino, Rovigo, 19 dicembre 2011 http://www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/cronaca/2011/12/19/640070-ospedale_trecenta.shtml
fonte: Il Gazzettino, Martedì 20 Dicembre 2011
Il problema del trasferimento al piano rialzato
Il sindaco Antonio Laruccia: «Sono rimasto sbalordito»
Incontro con i sindacati al San Luca: "Queste persone ora dovranno anche rispondere al telefono e accudire i pazienti del pronto soccorso"
Il problema in questi giorni all'ospedale San Luca di Trecenta è quello del trasferimento del personale di emergenza del Suem dal piano terra al piano rialzato, in un pronto soccorso che non ha lo spazio per ospitarli.
Per questo si sono dati appuntamento, nel giorno di sciopero, i rappresentanti sindacali Davide Benazzo (Cgil), Antonio Barbiani (Cisl), Romano Aio e D’Emanuele Scarparo (Uil), insieme al sindaco di Trecenta Antonio Laruccia, l’assessore provinciale alla Salute Guglielmo Brusco e alcuni dipendenti, tra i quali Paola Panziera, (consigliere comunale) in sciopero. "Vogliamo dimostrarvi il disagio di queste persone che, invece di stare ad aspettare le chiamate d’emergenza vicino ai loro mezzi, ora devono anche rispondere al telefono e accudire i pazienti del pronto soccorso", spiegano i sindacati.
Il sindaco ha dichiarato «Solitamente non entro nel merito di questioni organizzative perché penso che ci siano persone preparate, ma questa volta sono davvero rimasto sbalordito. Non capisco il senso di questa riorganizzazione interna che oltre tutto allunga i tempi per gli autisti del Suem e mette il personale in spazi angusti».

Secondo il vicepresidente della Provincia Guglielmo Brusco le cose dovrebbero essere concordare con i lavoratori: «Girano voci che la presenza dei medici al pronto soccorso del San Luca verrà ridotta a 12 ore. Oltre a questo provvedimento organizzativo che non è certamente utile come invece vogliono farci credere, proseguono i tagli a questo ospedale».
E a far valere i diritti dei cittadini c'è anche il Comitato per la difesa del San Luca che chiede sia avviata realmente un'azione di sinergia, come promesso nell'incontro tenuto al Comunale di Trecenta nel marzo scorso. «Chiediamo siano messe in atto operazioni "visibili" di difesa, denuncia, protesta, per il mantenimento del San Luca, delle caratteristiche di ospedale per acuti con pronto soccorso e definizione, da parte della Regione, di un progetto chiaro in materia di sanità per il territorio altopolesano».

8.12.11

Riesplode la protesta a Trecenta per salvare l’ospedale

Dal Gazzettino di sabato 3 dicembre 2011


Striscioni del comitato dei residenti esposti ieri verso sera lungo la strada del nosocomio. Il sindaco: «Venezia non ci risponde»

“Ricordati Regione - il San Luca - la nostra salute”, “Per il San Luca solo promesse”, “Ci ricorderemo di te con il voto”. Questi sono alcuni degli slogan che appaiono sugli striscioni disposti ieri verso sera lungo il viale di accesso all'ospedale altopolesano. È una nuova iniziativa del comitato civico spontaneo che difende l'ospedale di Trecenta, chiedendo pari dignità per i cittadini dell'Alto Polesine, rispetto ai residenti nel Medio e Basso Polesine.
Riprende con vigore, dunque, la civile protesta dei cittadini che vogliono mettere la situazione del San Luca sotto i riflettori, dopo le ulteriori recenti contrazioni dei servizi forniti.
Come ha spiegato il sindaco di Trecenta, Antonio Laruccia, la protesta intende sensibilizzare la Regione del Veneto per una decisione definitiva che consenta al San Luca di essere un ospedale per acuti, non un cronicario per anziani.
«Non ci risulta che sia ancora stata presa in esame la richiesta avanzata di non tener conto degli standard previsti per gli ospedali, in quanto ci troviamo con un elevato tasso di anziani e in presenza di una situazione viaria disagiata».
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Oggi ho fatto un giro a Trecenta e ho visto gli striscioni di cui parla l'articolo ma anche quelli sulla rotatoria di accesso all'ospedale e in piazza, sul teatro comunale e in altri luoghi. Veramente una mobilitazione straordinaria.
Rappresentanti del comitato civico stanno girando per i comuni dell'alto polesine per consegnare ai sindaci striscioni analoghi da appendere alle facciate dei municipi. Una bella idea che speriamo trovi accoglienza in tutte le amministrazioni comunali.

2.12.11

Consiglio provinciale di Rovigo, unanimità sulle modifiche al piano socio-sanitario regionale per il mantenimento dei servizi ospedalieri

fonte: http://rovigooggi.it/articolo/2011-11-29/venezia-razionalizzi-ma-non-a-danno-delle-eccellenze/

Integrare i servizi pubblici e quelli privati
No al depotenziamento delle strutture ospedaliere polesane

Rovigo - Barricata contro i tagli alle strutture ospedaliere polesane. Il consiglio provinciale di lunedì 28 novembre, durato poco più di quattro ore, ha approvato all'unanimità una serie di richieste alla Regione Veneto per impedire che il piano sociosanitario regionale indebolisca il servizio sanitario provinciale.

A rischio i reparti dell'ospedale San Luca di Trecenta, il nosocomio rodigino e l'ospedale di Adria che per Angelo Sivier (foto a lato), consigliere provinciale Pd, sono delle eccellenze, come l'oncoematologia o la neurochirurgia per citarne un paio. "Abbiamo chiesto alla Regione - spiega Sivier - di attuare sì un adeguato lavoro di razionalizzazione dei servizi, evitando però quei tagli che potrebbero mettere a rischio quanto la strutturazione complessiva della sanità, sia pubblica che privata, in Polesine è riuscita in questi anni ad assicurare ai cittadini. A tal proposito abbiamo già avuto qualche segnale positivo che le nostre specialità saranno garantite".

30.11.11

Che fine hanno fatto i 100 milioni per la lotta alla Sla?


Nel precedente post "100 milioni per la lotta alla Sla. 7,8 al Veneto" ho dato notizia dell'accordo in Conferenza Stato Regioni sul riparto regionale del fondo per la non autosuffcienza che assegna 100 milioni di euro alle regioni per la lotta alla Sla.
Che fine ha fatto?
Ho cercato sul web per vedere se la regione Veneto ha adottato qualche provvedimento e ho trovato un comunicato stampa del 22/11/2011. Vi si legge: La Giunta veneta, su proposta dell’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto, ha deliberato il riparto per il 2011 del fondo regionale per la non autosufficienza pari a 27 milioni 240 mila euro. Ne dà notizia lo stesso Assessore il quale aggiunge che ora la proposta di ripartizione sarà inviata alla competente commissione del consiglio regionale per riceverne il parere di legge “per la conferma dell’atto o con le eventuali modifiche – precisa Sernagiotto – di cui terremo debito conto”.
Il comunicato non fa riferimento ai 7,8 milioni per la lotta alla Sla.
L'accordo in Conferenza Stato Regioni è stato raggiunto nella seduta del 27 ottobre scorso e consiste in un parere favorevole ad uno schema di decreto del Ministero del lavoro di concerto con altri. Ho fatto allora una ricerca sulla Gazzetta Ufficiale per verificare se è stato pubblicato ma fino ad oggi non ho trovato nulla. Nel frattempo il governo è cambiato ... speriamo che si siano passati le consegne.

3.11.11

100 milioni per la lotta alla Sla. 7,8 al Veneto

fonti:
http://www.confinionline.it/ShowEvNews.aspx?Prog=25601
http://www.aisla.it/

Nella riunione della Conferenza Stato Regioni del 27 ottobre 2011 è stato raggiunto l'accordo sul riparto regionale del Fondo per  la non autosufficienza previsto dal Governo a sostegno dell’assistenza domiciliare, degli assistenti familiari e delle attività svolte dai congiunti che prestano assistenza ai malati di Sla; 100 milioni di euro destinati interamente alla realizzazione di prestazioni, interventi e servizi socio-sanitari in favore delle persone affette da Sla, aggiuntivi e non sostitutivi a quelli già previsti.
Di questi 100 milioni 7,8 sono stati assegnati al Veneto. La regione dovrà, a sua volta, ripartirli tra le Ulss.

16.10.11

Ancora finanziamenti alla sanità privata. E ancora segnalazioni preoccupanti sul San Luca

fonte: http://www.rovigooggi.it/articolo/2011-10-14/inflazione-e-ottimizzazione-aziendale-due-parole-che-raggelano/
SANITA' ROVIGO Guglielmo Brusco chiama in causa la Corte dei conti per altri finanziamenti alla sanità privata deliberati dalla Regione Veneto.
L'allarme San Luca di Trecenta non è per niente finito.

Guglielmo Brusco chiede alla Conte dei conti di Venezia di far chiarezza sulle delibere regionali in merito alla sanità privata. Al centro dell’indagine dell’assessore della Provincia di Rovigo ci sono gli 8 milioni di euro versati come indennità alle strutture private.

E sull'ospedale di Trecenta afferma: “Speravo di potermi tranquillizzare dopo l’incontro avuto con la quinta commissione regione e con Leonardo Padrin - afferma Brusco - purtroppo l’effetto è stato contrario. Mi arrivano sempre più insistentemente segnalazioni preoccupanti dai reparti di Radiologia, Endoscopia, Ostetricia ginecologia, cardiologia e chirurgia del nosocomio di Trecenta”.
Leggi tutto l'articolo.

Il San Luca resti così com'è

fonte: http://www.rovigooggi.it/articolo/2011-10-07/tagli-questo-ospedale-ha-gia-dato/

SANITA' ROVIGO Piano socio-sanitario regionale 2012-2014. Gli amministratori polesani firmano un documento a difesa del San Luca di Trecenta

Il "San Luca resti così com'è" chiede il documento che il Polesine, con la firma trasversale della politica locale, ha consegnato nella mani di Leonardo Padrin, presidente della commissione sanità del Veneto. L'ospedale di Trecenta è già stato vittima negli anni di ridimensionamenti e tagli importanti. "Che rimanga un ospedale per acuti" sottolinea il sindaco Antonio Laruccia.

... Che il Polesine abbia "già dato" in termini di riorganizzazione lo conferma Guglielmo Brusco che, rivolgendosi a Padrin, gli chiede di non eliminare i posti letto degli ospedali pubblici ma di andare a ridurli nelle strutture private, visto l'uso sanitario pubblico che si fa di tali strutture. "Negli ultimi anni abbiamo perso circa 480 posti letto pubblici - conclude - non è il caso di fare ulterori tagli".
Leggi tutto l'articolo.
Vedi post precedente.

5.10.11

Ospedale "San Luca". Nessuna rassicurazione da parte della quinta commissione regionale

fonte: http://www.rovigooggi.it/articolo/2011-10-03/san-luca-sull-orlo-del-baratro/

Sconfortante il resoconto di rovigooggi.it sulla riunione di molti amministratori della provincia di Rovigo con Leonardo Padrin, presidente della quinta commissione regionale, lo scorso 3 ottobre.

Padrin che ha dichiarato: "Gli emendamenti che mi sono stati presentati dalla conferenza dei sindaci sono tutti condivisibili. Di sicuro durante i prossimi incontri della commissione terremo conto sia della conformazione del Polesine e dei suggerimenti proposti dai sindaci. Però le linee giuda del nuovo piano socio sanitario sono indirizzate verso l’accentramento dei servizi”.

Le conclusioni che ne trae rovigooggi.it sono drammatiche. Si legge: "Sicuramente i 10 milioni di euro che l’Ulss 18 non riceverà dalla Regione saranno decurtati dai servizi del San Luca e non da quelli del Santa Maria Misericordia di Rovigo. Ciò significa che molto probabilmente il nosocomio di Trecenta potrebbe rimanere un centro per urgenze ed di servizi ambulatoriali, mentre i ricoveri, i pochi che rimarrebbero, dovrebbero essere indirizzati a Rovigo".

Leggi l'articolo.

23.9.11

L'ospedale di Trecenta in gabbia

fonte: http://rovigooggi.it/articolo/2011-09-21/l-ospedale-di-trecenta-in-gabbia/

SANITA' ROVIGO La Regione Venete prevede 10 milioni di euro in meno per l'Ulss 18. I sindaci dell'altopolesine gridano allo scandalo e pretendono tutela da Luca Coletto assessore regionale


La Regione Veneto prepara un piano di rientro per 10 milioni di euro all’ulss18 di Rovigo (leggi articolo ). I sindaci dell’altopolesine fanno quadrato e pretendono delle garanzia di servizio dall’assessore regionale Luca Coletto. Per Antonio Laruccia, sindaco di Trecenta, il San Luca è passato da ospedale di rete ad ospedale in gabbia. Il leghista Cristiano Corazzari si fa garante delle promesse della Regione. Muaro Mainardi: "Le peculiarità del territorio andranno rimarcate".
Leggi tutto l'articolo su rovigooggi.it

11.9.11

Sanità, un taglio da 850mila euro per l'Ulss n. 18

fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/cronaca/2011/09/08/576903-sanita_taglio.shtml

L’allarme parte dalla Cgil, Benazzo: "Solo la politica può salvare il nostro ospedale Ma deve parlare chiaro, ecco come"

Rovigo, 7 settembre 2011 - L’UNICO MODO per salvare l’Ulss 18 è riconoscere le peculiarità del nostro territorio nero su bianco e l’unica che lo può fare è la politica. Torna sulla questione sanitaria Davide Benazzo, segretario della Cgil funzione pubblica, dopo la drastica riduzione del costo per il personale previsto dalla Regione Veneto per l’ospedale di Rovigo. «Partendo dal presupposto che l’Ulss 18 è costantemente sottofinanziato per 45 milioni di euro l’anno e nel 2010 il bilancio è stato chiuso a meno 35 milioni, dopo aver risparmiato 8 milioni di euro come richiesto dalla Regione stessa — premette in sindacalista — la delibera regionale di riparto 2011 che ad agosto ha assegnato i finanziamenti alle aziende sanitarie, prevede un taglio del costo per il personale di 850mila euro, poco meno del turn over di un anno per noi. In altre parole — precisa Benazzo — significa blocco delle assunzioni e, tanto per fare un esempio, non arriveranno i due tecnici di radiologia che mancano a Trecenta, il cui vuoto ora è riempito da personale di Rovigo». Senza contare che, a fronte di un finanziamento di circa 406 milioni di euro, pare sia già stato informalmente chiesto al direttore generale, Adriano Marcolongo, un risparmio di altri 10milioni di euro. «Impossibile da ottenere senza un taglio dei servizi — spiega Benazzo — allora, serve un atto politico: a che serve sbandierare 13 assunzioni se dopo tre mesi i fondi per il personale vengono tagliati? Per garantire i servizi serve personale, le due cose vanno di pari passo e, al di là delle butade, la politica deve chiarire che strada intende percorrere».
STESSO DISCORSO, secondo Benazzo, vale per le previsioni del nuovo piano sociosanitario regionale. «Il futuro ridimensionamento dell’ospedale di Rovigo è già scritto — precisa — e avrà ricadute sulle specialità, gli specialisti e il San Luca di Trecenta». In pratica, la razionalizzazione ospedaliera prevede solo cinque ospedali principali (hub), il cui bacino d’utenza arriva al milione di persone - in pratica, Padova, Verona, Venezia, Treviso e Vicenza - e una rete di aziende sanitarie di secondo livello (spoke) collegate ai primi e con molte meno specializzazioni. Il rischio di perdere specialità nelle quali sono state investite risorse consistenti negli ultimi anni, come neurochirurgia, otorinolaringoiatria, medicina nucleare, malattie infettive e nefrologia, sarebbe quindi più di una possibilità per il polesine. «Se la politica non riesce più a finanziare la sanità polesana, lo deve dire e noi saremo pronti a partecipare a qualsiasi tavolo per la riorganizzazione sanitaria — conclude Benazzo — ma per mantenere i servizi e le specialità che abbiamo sul territorio, c’è bisogno di un atto politico forte, deve essere messo nero su bianco che l’ospedale di Rovigo ha bisogno di garantire alcune specialità perchè copre un certo tipo di territorio. L’eventuale accorpamento con l’Ulss 19 di Adria — sottolinea il sindacalista, d’accordo con Marcolongo — non è la panacea, anzi, mantenendo Adria, se non altro, si garantisce la sopravvivenza all’ospedale che, altrimenti, potrebbe fare la fine di Trecenta».

5.9.11

Castelmassa, all’ospedale fuori provincia? Sempre più difficile

La piccola odissea di Tullio Boschini, 64 anni, per un'ecografia addominale

Rovigo, 31 agosto 2011 - Andare all’ospedale può diventare un’impresa ardua, soprattutto se, per evitare lunghe liste d’attesa, si cerca di andare fuori provincia. Ne sa qualcosa Tullio Boschini, 64 anni, la cui piccola odissea per un’ecografia addominale, per fortuna, ha un lieto fine ma fa capire quanto anche gli ospedali pubblici, in tempi di tagli, cerchino di razionalizzare il più possibile le poche risorse rimaste a favore dei ‘propri’ pazienti. Dunque, all’inizio di agosto, Boschini aveva bisogno di prenotare un’ecografia entro novembre, per andare ad una visita specialistica.


«Ho chiamato il punto sanità di Castelmassa per un appuntamento a Trecenta e c’era posto il 22 febbraio 2012», racconta il paziente. La soluzione più facile sarebbe stata rivolgersi ad una struttura privata convenzionata con l’Ulss. «L’ho fatto in passato — precisa Boschini — ma hanno sbagliato la diagnosi e da allora ho deciso di rivolgermi sempre al pubblico». Così, ha chiamato il cup dell’ospedale di Legnago a cui spesso si rivolgono molti altopolesani. «L’operatore mi ha dato un appuntamento per ottobre, quando ha capito che non ero della provincia di Verona, voleva togliermelo — confida Boschini, sbigottito — a quel punto mi sono arrabbiato e gli ho detto che avrei reclamato e sarei andato fino in fondo, così ha cambiato idea e mi ha fissato l’appuntamento per quella visita».


Un chiaro esempio di una prassi non scritta secondo la quale l’ospedale pubblico cerca di dare la precedenza ai residenti del suo territorio per rispettare le tempistiche. «E più si allunga la fila, più le persone sono costrette a rivolgersi ai privati — afferma il vicepresidente della Provincia, Guglielmo Brusco, interpellato da Boschini sulla situazione — questo è il motivo per cui dobbiamo difendere l’ospedale di Trecenta: non è così scontato che al bisogno i cittadini altopolesani siano accolti in ospedali fuori provincia». D’altra parte, l’indebolimento del San Luca, in alcuni casi, costringe le persone a rivolgersi altrove. E’ il caso di un’anziana signora di Bergantino che, qualche settimana fa, per una visita oculistica urgente ha dovuto farsi accompagnare il tre ospedali: Trecenta, Pieve di Coriano e Legnago, l’unico, alla fine, attrezzato per il pronto soccorso oculistico.
 
fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/cronaca/2011/08/31/572493-castelmassa_ospedale_fuori_provincia_sempre_difficile.shtml

13.8.11

Politica unita a difesa dell’ospedale

fonte: la Voce di Rovigo
link: http://www.lavoce-nuova.it/medio-alto-polesine/2011-08-05/politica-unita-difesa-dell%E2%80%99ospedale
data: 05-08-2011

TRECENTA San Luca: affollata riunione tra sindaci altopolesani e rappresentanti regionali
Politica unita a difesa dell’ospedale. Isi Coppola ottimista: “A Venezia con le idee chiare”. Visentini invoca un documento comune.

Leggi l'articolo

30.7.11

L'ospedale non verrà declassato, fusione con Adria all'orizzonte

SANITA' REGIONE VENETO Il direttore generale dell'Ulss 18 di Rovigo Adriano Marcolongo commenta il Piano socio sanitario 2012-14 che deve passare in Consiglio regionale


Per Adriano Marcolongo, dg dell'Ulss 18, l'ospedale di Rovigo non subirà nessun declassamento con l'applicazione del Piano socio sanitario veneto, anzi sarà il punto di riferimento per Adria e Trecenta. Quasi sicuramente in futuro ci sarà l'accorpamento tra l'ulss 18 e l'ulss 19

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Leggi l'articolo su: http://www.rovigooggi.it/articolo/2011-07-30/l-ospedale-non-verra-declassato-ma-la-fusione-e-all-orizzonte/

25.7.11

Sanità privata convenzionata: incentivi più consistenti dei risparmi

Circa 200 milioni erogati in questo modo.

Per ogni ricovero le cliniche private convenzionate ricevono dalla regione il pagamento della prestazione. Nell'intento di diminuire questo tipo di spesa la regione Veneto ha stabilito, con una delibera del 2007, una sorta di premio per quelle che avessero contenuto i ricoveri al di sotto di quelli effettuati nel 2005.

Bene! Verrebbe da dire. Ma a conti fatti non è così. Dai calcoli dell'assessore provinciale alla sanità Guglielmo Brusco, vice presidente dell'amministrazione provinciale di Rovigo, gli 'incentivi' alla riduzione dei ricoveri sono stati superiori a quanto le Ulss avrebbero dovuto sborsare a fronte di ricoveri realmente avvenuti. Una 'genialata' davvero incomprensibile.

Invito a guardare il video del servizio che ne ha fatto il TG Regionale del 17/07/2011.

Buona visione.

8.7.11

Agcom: non censurare internet!

fonte: http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/?copy


Il governo ha lanciato un nuovo attacco alla libertà di accesso all'informazione, e oggi un organo amministrativo sconosciuto ai più potrebbe ricevere poteri enormi per censurare internet.
L’Autorità per le comunicazioni, un organo di nomina politica, sta per votare un meccanismo che potrebbe perfino portare alla chiusura di qualunque sito internet straniero - da Wikileaks a Youtube ad Avaaz! - in modo arbitrario e senza alcun controllo giudiziario. Gli esperti hanno già denunciato l’incostituzionalità della regolamentazione, ma soltanto una valanga di proteste dell’opinione pubblica può fermare questo nuovo assalto alle nostre libertà democratiche.
Non c'è tempo da perdere. Oggi l'Autorità voterà la delibera, e se insieme costruiremo un appello pubblico enorme contro la censura su internet potremo fare la differenza. Inondiamo i membri dell'Autorità di messaggi per chiedere di respingere la regolamentazione e preservare così il nostro diritto ad accedere all’informazione su internet. Agisci ora e inoltra l'appello a tutti!

Aggiornamento: 8 Luglio 2011
L'Agcom ha appena pubblicato la bozza di delibera: nonostante alcuni cambiamenti apportati grazie alla nostra mobilitazione incredibile, persistono gravissimi limiti alla libertà di informazione su internet. Ci rimangono 60 giorni a partire da oggi prima che la delibera diventi esecutiva: inondiamo l'Autorità di messaggi per fermare il bavaglio a internet!

Per firmare l'appello clicca il seguente link: http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/?copy

6.6.11

Sul San Luca bisogna fare catenaccio

A Castelguglielmo, mercoledì sera, si è parlato del "San Luca".

Le diapositive scorrono sullo schermo e mostrano la decimazione di reparti, servizi e personale che è stata attuata sull'ospedale di Trecenta dal 2002 a marzo del 2011.

E' notizia di questi giorni la "chiusura per ferie" dell'ambulatorio oncologico. I pazienti dovranno rivolgersi all'ospedale di Rovigo. Nessun problema per il direttore generale dell'Ulss 18!

E' ora di dire basta! Basta ai taglieggiamenti alle funzionalità dell'ospedale, basta nascondere i problemi, basta con la riduzione di posti letto.

Dopo il consiglio comunale aperto di Trecenta, nello scorso mese di marzo, tutti i responsabili regionali si sono sbracciati a rassicurare che "l'ospedale non chiude". Ma questo non è sufficiente! Non ci devono dire SOLO che non chiude ma si devono IMPEGNARE affinché non perda altri pezzi.

La storia del San Luca è zeppa di rassicurazioni, politiche e manageriali, eppure siamo a questo punto.

Per salvare l'ospedale di Trecenta bisogna fare "catenaccio". Prendo in prestito questa espressione calcistica, che indica una squadra che si chiude in difesa, che blocca ogni iniziativa degli avversari, perché rende bene l'atteggiamento da prendere. Dal San Luca non si porta più via niente, non si sospende più nulla. Si fa catenaccio.

La squadra la immagino formata da sindaci, associazioni, sindacati, pazienti, da tutti i cittadini dell'altopolesine.

A Trecenta, a quel consiglio comunale aperto sul San Luca, cinquecento persone hanno riempito il teatro sede della manifestazione. E allora che i sindaci ci chiamino ancora e ancora, per fare squadra e per meglio difendere l'ospedale.

30.5.11

Ospedale "San Luca" se ne parla mercoledì 1° giugno a Castelguglielmo

Mercoledì 1° giungo 2011,
presso la Sala civica di Castelguglielmo
serata sull'ospedale di Trecenta
... parliamone ancora

L'iniziativa parte dalla consigliere comunale Giuseppina Castellan Anselmi che ha invitato:
Antonio Laruccia, sindaco di Trecenta
Guglielmo Brusco, vicepresidente della provincia di Rovigo

Sono attesi gli interventi di altri amministratori locali.

29.5.11

Le mazzate del piano sanitario regionale. Zaia minimizza.

fonte: RovigoOggi.it
27 maggio 2011

SANITA' ROVIGO Declassamento dell'ospedale cittadino previsto dalla bozza del piano socio sanitario regionale. 5 specialità in meno. No comment del dg dell'Ulss 18 Adriano Marcolongo


Penalizzante la bozza del piano socio sanitario regionale. Declassato l’ospedale di Rovigo, previsto il taglio di 5 specialità: otorino, medicina nucleare, malattie infettive, nefrologia e neurochirurgia. Il direttore generale Adriano Marcolongo si barrica dietro un categorico "no comment". Luca Zaia, presidente della Regione, glissa: "Dagli ospedali escono tutti guariti".
 
Rovigo – E’ ancora una bozza ma fa già parlare di sé. Il piano socio sanitario regionale 2011-2013 assesta un duro colpo all’ospedale di Rovigo, dove non sarebbero più previste le specializzazioni di otorino, medicina nucleare, malattie infettive, nefrologia e neurochirurgia. A rischio anche i posti letto per l’ospedale di Trecenta, con una riduzione dal 4,5 al 4 per mille abitanti.
Un piano che segue logiche politiche e non sanitarie, secondo Mario Favazza (foto a lato), segretario regionale del sindacato dei medici ospedalieri Cimo (foto a lato) che lo definisce come un programma di serie B. “Abbiamo bisogno di un piano che si occupi del paziente a 360 gradi e non della soddisfazione del politico”, spiega Favazza, “L’importante è garantire l’eccellenza sanitaria al paziente. A chi debba toccare l’eccellenza è un fatto politico. Ma come possiamo garantire l’eccellenza se ci sono ancora ospedali con 40 posti letto?”. A detta di Favazza il piano non garantirebbe neanche il meccanismo per accedere alle sedi centrali.
Pesanti critiche anche dal fronte politico, con il commento di Graziano Azzalin, consigliere regionale del Pd, che definisce la bozza come un ragionamento puramente contabile. “Purtroppo mi dispiace constatare che i miei timori erano fondati: le preoccupazioni sul futuro della sanità polesana e sul ruolo che gli ospedali di Rovigo e Trecenta avrebbero ricoperto all’interno del piano sembrano concretizzarsi”, afferma il consigliere. “Le bugie dell’assessore Coletto hanno le gambe corte, e i suoi toni confortanti sono smentiti dai numeri: nel riparto dei fondi 2011 le due Ulss del Polesine registrano una diminuzione di 3 milioni e 280mila euro a Rovigo e di 1 milione 980mila euro ad Adria. Il rischio è che le strutture pubbliche del nostro territorio vengano pesantemente ridimensionate”.
Azzalin confidava nella visita di Luca Zaia, presidente della Regione, in città giovedì 26 maggio. Vane le sue speranze, che ha avuto risposte più che vaghe da Zaia: “dagli ospedali escono tutti guariti”.
“I disagi che si verrebbero a creare per i pazienti della provincia di Rovigo – conclude Azzalin – potrebbero essere davvero enormi. Si pensi cosa potrebbe significare per i tanti dializzati la chiusura del reparto di nefrologia. Mi farebbe piacere sapere l’opinione del dottor Piva a riguardo. Questi tagli, infatti, colpiscono direttamente i più deboli ed il territorio, ma noi non staremo in silenzio. Chi vuole bene al Polesine e lo vuole difendere sarà al nostro fianco, il resto sono solo vuote parole".
No comment da parte del direttore generale dell'Ulss 18 Adriano Marcolongo, giunto al termine del suo mandato, che si esprime solo con un “argomento chiuso, punto e a capo”.

Giulia Frezzato

Tagli alla sanità in Polesine

fonte: sito web del Resto del Carlino, Rovigo, 25 maggio 2011.

Il consigliere del Pd, Graziano Azzalin, svela che nel riparto dei fondi delle due Ulss rodigine ci sarebbe stata una diminuzione di 5milioni e 260mila euro.

Servizi sanitari a rischio nel Polesine. Ad annunciarlo il consigliere del Pd, Graziano Azzalin, il quale ricorda che "le preoccupazioni riguardo al futuro della sanita’ polesana e sul ruolo che i suoi due ospedali di Rovigo e Trecenta sembrano concretizzarsi. Purtroppo mi dispiace dover constatare che i miei timori erano fondati - ha affermato - le bugie dell’assessore Coletto hanno le gambe corte e i suoi toni rassicuranti sono smentiti dai numeri: nel riparto dei fondi 2011 le due Ulss del Polesine registrano una diminuzione di 3 milioni e 280mila euro a Rovigo e di 1 milione 980mila euro ad Adria".

"E’ evidente - ha aggiunto - il ridimensionamento del pubblico, in una provincia come quella di Rovigo nella quale la sanità privata è cresciuta in modo esponenziale, con il tasso di crescita piu’ alto d’Italia (16,4%): negli ultimi otto anni i ricoveri sono passati da 25 milioni a 51milioni, le visite ambulatoriali addirittura da 8 a 27 con un incremento del 230%. Questo avviene perche’ si permette a strutture private di accollarsi le visite piu’ redditizie lasciando al pubblico le briciole".

"Chiudere come prevederebbe il Piano sociosanitario che la Giunta sta elaborando, i reparti di otorino-laringoiatria, malattie infettive, medicina nucleare, neurochirurgia e nefrologia dell’ospedale di Rovigo - conclude Azzalin - vorrebbe dire dare un colpo pesantissimo non solo al nosocomio rodigino, ma alla sanita’ dell’intera provincia e, quindi, alla qualita’ della vita dei polesani".

10.5.11

Coletto: "Chi avrà più anziani avrà più soldi dalla Regione"

dal sito del Resto del Carlino, 10 maggio 2011 http://www.ilrestodelcarlino.it/rovigo/cronaca/2011/05/10/502989-colletto_avra_anziani.shtml
Ieri l’assessore regionale alla Sanità era all’hotel Regina Margherita per il summit Pdl


Rovigo, 10 maggio 2011 - Chi ha più anziani avrà più soldi. E’ questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato dagli assessori regionali alla Sanità, Luca Coletto, e ai Servizi sociali, Remo Sernagiotto, in merito ai futuri finanziamenti delle aziende sanitarie della regione. «Ribadisco che non vogliamo chiudere gli ospedali ma nel nostro ambizioso progetto vogliamo portare i servizi a casa degli anziani», è la dichiarazione rassicurante dell’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, al candidato sindaco Bruno Piva durante la riunione di maggioranza regionale tenutasi ieri all’Hotel Regina Margherita.

Tema: il piano sociosanitario regionale. Quindi nessuna preoccupazione per la chiusura dell’ospedale civile di Rovigo, nè per quello di Trecenta. «Sono due strutture importanti che garantiscono a circa 170 mila abitanti una copertura sanitaria all’avanguardia — spiega Coletto in conferenza stampa supportato da Domenico Mantoan, segretario della sanità veneta e dai consiglieri regionali di Pdl e Lega nord — Il problema che maggiormente ci affligge sono gli anziani, abbiamo una media vita molto elevata, data dalla buona sanità che garantiamo. Quest’oggi abbiamo analizzato il nuovo piano sociosanitario e abbiamo stilato una nuova griglia di valutazione per distribuire in maniere più adeguata i finanziamenti nazionali. Maggiore risorse saranno garantite alle aziende sanitarie con la media vita più elevata». In pratica, nell’ambito della regione, Rovigo e Belluno. Per quanto riguarda il Polesine, spiegano i tecnici regionali, in considerazione del fatto che la spesa sanitaria di ogni anziano è pari a trenta volte quella di una persona con meno di 65 anni, al territorio saranno destinate risorse come se gli abitanti fossero 300mila, non solo 170mila.

Il riparto in discussione nella quinta commissione consigliare, che questa settimana incontrerà le parti sociali sul piano sociosanitario e la prossima passerà all’approvazione, è pari a 8 miliardi 250 milioni di euro, parte dei quali sarà redistribuita tra le aziende sanitarie delle varie province. «E per il 2011 — ha affermato Leonardo Pavin, della quinta commissione — avremo dal Governo centrale 200 milioni di euro in più, grazie alla riorganizzazione che stiamo mettendo in campo».

di MILENA FURINI

Il Pdl blocca il governatore. «Nessun ospedale sarà chiuso»

SANITA'

Dopo la chiusura dei conti, Zaia aveva annunciato le prime dismissioni. Mantoan: da Roma 200 milioni in più, l’addizionale non servefonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/10-maggio-2011/pdl-blocca-governatore-nessun-ospedale-sara-chiuso-190606834364.shtml

VENEZIA — Le parti oramai sono ribaltate. Un tempo era infatti il Carroccio, maestro della guerriglia in aula e del doppio registro «di lotta e di governo», a tenersi le mani libere mandando ai matti il Pdl e l’allora governatore Giancarlo Galan, ora invece tocca agli azzurri che, superato lo choc del passaggio dal primo al secondo piano, stanno imparando il sottile piacere di dire quel che pensano e pazienza se al nuovo governatore, Luca Zaia, la cosa può provocare qualche orticaria. Il terreno è sempre quello, il più sdrucciolevole: la Sanità. Zaia abbozza: «Penso all’addizionale Irpef», e loro lo stroncano: «No a nuove tasse» (costringendo la giunta ai salti mortali sul bilancio). Lui annuncia dalle colonne di questo giornale: «Adesso chiudo gli ospedali», e loro tirano fuori la paletta: «Alt!, non si chiude proprio un bel nulla». L’hanno detto ieri, a Rovigo, dove c’è un candidato sindaco da sostenere ed un ospedale (quello della vicina Trecenta) in odore di lucchetti, di fronte ad un manipolo di leghisti rimasti silenti ed al segretario generale della Sanità, Domenico Mantoan, che magari senza volerlo ha tirato pure lui una stoccata al governatore: «Per il prossimo anno non servono altre tasse». Con buona pace di Zaia e del suo assessore alla Sanità, Luca Coletto, che invece nell’ultima settimana hanno fatto intendere a mezzo stampa che l’addizionale è indispensabile e giusto dietro l’angolo. Leonardo Padrin, presidente della commissione Sanità, lo dice chiaro e tondo: «Non verrà chiusa alcuna struttura, gli ospedali del Veneto resteranno quelli che sono».

Padrin gioca sul filo sottile dell’interpretazione della «chiusura», che all’uomo della strada suona come giù la serranda e tanti saluti, mentre per i più accorti frequentatori degli uffici della Sanità potrebbe pure farsi coincidere con la «riconversione» di alcuni reparti, con lo spostamento di qualche specialità, con l’addio (ad esempio) del solo centro per le nascite o con il ridisegno della rete per l’emergenza. Tant’è, la cura drastica viene tassativamente esclusa dal Pdl che anzi, sempre con Padrin va all’attacco: «Chi dice che verranno chiusi degli ospedali in Veneto dice delle bugie politiche, usa slogan elettorali». Per saperne di più non resta che attendere il nuovo Piano sociosanitario (più sanitario che socio, da quel che si racconta nel Palazzo: si vedrà che dirà l’assessore di reparto Remo Sernagiotto quando avrà la bozza definitiva), un infinito «work in progress» sconosciuto ai più che Zaia, confortato dalla sua maggioranza, vorrebbe in consiglio entro giugno, altrimenti tanto vale ricominciare tutto daccapo. Seguiranno le schede ospedaliere. Quel che si sa, dunque, sono solo indiscrezioni, silenziate da Coletto: «Tanto poi cambia tutto». Le Usl, per dirne una, resteranno quelle che sono, sia quanto al numero che quanto ai confini, dell’investimento sulla rete territoriale e dell’avvicinamento dei servizi agli anziani (con poderosi investimenti sulla domiciliarietà) si è già detto, verranno centralizzati gli acquisti e sarà definito il criterio, già sperimentato nell’ultimo riparto, «che darà più soldi pro capite alle Usl del Polesine e del Bellunese dove ci sono più anziani e per di più sparsi in un territorio vasto e impervio » annuncia il capogruppo del Pdl, Dario Bond, che non a caso viene proprio dalla montagna. «Viviamo in una situazione di epidemia in carestia - spiega Mantoan - l’epidemia è il crescente numero di anziani, con un’età media che passerà da 82 a 90 anni di qui al 2020 e con una spesa farmaceutica che è 33 volte quella di un neonato; la carestia è invece la penuria di risorse: il Fondo sociosanitario solo 5 anni fa aveva avuto un incremento del 10% mentre nel 2010 si è fermato all’1,8%».
Insomma, crescono le spese e si riducono le entrate. Ed il prossimo anno ci sono pure 60 milioni di euro in più da sganciare, quelli della prima rata degli ammortamenti non pagati finora. «Ma il ministero dell’Economia ci ha assicurato per il prossimo anno 200 milioni di euro in più» avverte Padrin e Mantoan conferma: «Con questi soldi, rendendo più efficienti gli ospedali e controllando la spesa, non solo saremo in grado di chiudere il prossimo bilancio della Sanità senza disavanzi ma lo faremo senza il bisogno di introdurre nuove tasse, a cominciare dall’addizionale Irpef. E potremo pure garantire ulteriori servizi extra Lea». Gran cenni di assenso tra gli uomini del Pdl che vedono così confermata la linea imposta alla giunta tra malumori e baruffe, mentre i leghisti non confermano né smentiscono (Coletto se ne è già andato), sono delle sfingi. Intanto si intensificano le voci su un’imminente defenestrazione di Antonio Padoan, direttore generale dell’Usl di Venezia. Pur di liberarsene, Zaia sarebbe perfino disposto a tenere al loro posto fino a scadenza naturale (dicembre 2012) gli altri due direttori in bilico, Adriano Marcolongo (Rovigo) e Giuseppina Bonavina (Verona). Così da concentrare in laguna tutta la potenza di fuoco dei suoi legali.

Marco Bonet
10 maggio 2011

11.4.11

Se 110 vi sembran pochi...

Il direttore generale dell'Ulss 18 si lamenta dello stato dell'ospedale di Rovigo. In un'intervista dello scorso marzo a RovigoOggi.it intitolata "Che sfascio il complesso ospedaliero" afferma: "Otto anni fa mi sono seduto sopra una bomba che poteva scoppiare, ora servono investimenri per completare l'intera struttura".
Nell'articolo si legge che, per la prima volta, Adriano Marcolongo "si sbottona".
E da 'sbottonato' dichiara: "non biasimo chi scrive ai giornali e si lamenta di malservizi in ospedale, anche noi ogni giorno segnaliamo a chi di dovere (alla Regione Veneto, ndr) le mancanze che abbiamo all’interno dell’azienda. Ma la politica non sta facendo nulla per evitare questo continuo disagio".
Le mancanze si riferiscono non tanto all'assistenza sanitaria ma al servizio "alberghiero".
Apprendiamo dall'intervista che i limiti della struttura sono emersi dopo un dettagliato sopralluogo. E allora? Allora - oltre ai 110 milioni di euro già stanziati - “servirebbero altri 70 milioni di euro per poter completare il totale ammodernamento dell’ospedale" e per "costruire un nuovo blocco che permetterebbe di poter spostare 3 piani di reparti (il 5°, il 6° ed il 7°)”. Un nuovo blocco collegato con passerelle sopraelevate al nuovo ingresso.

Fin qui la sintesi dell'intervista a cui rimando per completezza.

Tuttavia, qualcosa anzi molto non torna.

1. Non sono troppi otto anni per prendere atto della situazione? Perché non ha fatto un bel sopralluogo quando ha preso servizio?
2. Il direttore generale 'non biasima' chi si lamenta. Bene, dopo otto anni è la prima volta!
3. Quando è stata 'posata la prima pietra' della grande ristrutturazione da 110 milioni di euro, tutti abbiamo pensato che fosse che una somma enorme. Ora scopriamo che non è abbastanza: per adeguare l'ospedale di Rovigo di milioni ne servono altri 70. Un vero pozzo di San Patrizio. E quando saranno erogati anche questi ulteriori 70 milioni di euro, siamo proprio sicuri che il direttore generale dell'Ulss non farà un altro 'sopralluogo'?

8.4.11

San Luca, convocata la conferenza dei sindaci

La Conferenza dei sindaci dei comuni dell'Ulss 18 è convocata per Mercoledì 13 aprile 2011 alle ore 15.00 a Rovigo.
Un solo punto all'ordine del giorno:
Situazione Ospedale San Luca di Trecenta. Comunicazioni e prospettive.

7.4.11

Preoccupazioni per il San Luca. Per il direttore generale dell'Ulss è solo una questione di ferie

Negare anche l'evidenza
La credibilità di Adriano Marcolongo è a zero
 
Il direttore generale dell'Ulss 18 è un fenomeno. Muto per settimane sulla questione che ha preoccupato tutti gli amministratori dell'altopolesine - la chiusura della casa del parto dell'ospedale di Trecenta - sollecitato anche dal Prefetto, dichiara che si tratta solo di "organizzare il piano ferie dei dipendenti in anticipo rispetto agli anni scorsi". E lo dice come se pensasse veramente che Prefetto, Sindaci e cittadini se la possano bere liscia come acqua minerale. Un vero fenomeno!

La credibilità di queste dichiarazioni si possono misurare con precisione effettuando una piccola ricerca sui post di questo blog. Provate a digitare "pneumologia" (senza le virgolette) nella casella di ricerca in alto a sinistra e premete il tasto Invio.
Si vedrà che quando è stata prospettata la chiusura del reparto di pneumologia il direttore generale ha negato, negato e poi ancora negato. Dopo qualche giorno dall'ultima smentita di Adriano Marcolongo il reparto è stato chiuso.
Si vedano in particolare i post:
- Trecenta, «Pneumologia non chiude, ... che riproduce un articolo pubblicato sul Gazzettino del 20.09.2006
- Marcolongo rassicura i pazienti: «Il reparto c’è e resterà. Solo voci» che riporta un articolo del Resto del Carlino del 20 settembre 2006
Il reparto di pneumologia fu chiuso 11 giorni dopo, il 1° ottobre 2006.
 
Altre risorse sulla rete:
http://rovigooggi.it/articolo/2011-04-07/marcolongo-nessun-taglio-adottato-solo-il-piano-ferie/
http://rovigooggi.it/articolo/2011-04-05/un-silenzio-troppo-lungo/
http://rovigooggi.it/articolo/2011-03-31/tante-rassicurazioni-ma-si-continua-a-tagliare/
http://rovigooggi.it/articolo/2011-03-30/il-diritto-alla-salute-di-85mila-persone/

21.3.11

Esenzione dal ticket. Novità

fonte Cgil

Cambiano le regole per ottenere l'esenzione dalla quota di partecipazione alla spesa sanitaria (ticket) per condizione economica. Sono invariati i requisiti di legge che danno diritto all'e-senzione per motivi di reddito, cambiano però le modalità di autocertificazione.

DAL 1 APRILE 2011
Il cittadino non potrà più autocertificare autonomamente il proprio diritto all'e-senzione firmando l'impegnativa.
Sarà compito del MEDICO PRESCRITTORE, su richiesta espressa del proprio ASSISTITO, ve-rificare se il nominativo è presente nell'elenco dei cittadini esenti, fornito dal sistema Tessera Sanitaria dell'Agenzia Entrate, e riportare il codice di esenzione sull'impegnativa.
Le impegnative senza codice di esenzione saranno soggette al pagamento del ti-cket.

Dal 1° FEBBRAIO AL 31 MARZO 2011
Vige il periodo transitorio di prima applicazione delle nuove norme sull'autocertificazione di esenzione dal ticket. Per il periodo dal 1/2/2011 al 31/3/2011, potranno essere ancora accet-tate le autocertificazioni secondo l'attuale sistema (firma dell'assistito sulla "ricetta rossa").

COSA FARE
Quando l'assistito si reca dal medico di famiglia, dal pediatra o dallo specialista, all'atto della prescrizione di prestazioni ambulatoriali, se sa di essere esente dal ticket deve chiedere al medico, di verificare il diritto all'esenzione dall'elenco degli esenti del Sistema dell'Agenzia delle Entrate.
Se il nominativo è presente in elenco, il medico riporterà il codice di esenzione sulla ricetta.
Nel caso in cui il nominativo non sia presente nell'elenco degli esenti, e l'assistito ritenga di avere diritto all'esenzione per condizione economica, può rivolgersi al più vicino Punto Sanità o agli Uffici Cassa degli Ospedali di Rovigo e Trecenta, con i documenti di seguito indicati:
• documento di identità valido
• tessera sanitaria azzurra (TEAM) dell'assistito
Nel caso si desideri delegare un'altra persona, si dovranno presentare i documenti su indicati e, in più:
• tessera sanitaria azzurra (TEAM) della persona delegata,
• delega
• fotocopia documento identità della persona delegata.
L'Ufficio rilascerà il CERTIFICATO PROVVISORIO DI ESENZIONE e il nominativo dell'as-sistito sarà inserito nell'elenco dell'Agenzia delle Entrate.
I cittadini esenti per disoccupazione e reddito e quelli che acquisiscono il diritto all'esenzione in corso d'anno, non sono presenti nell'elenco degli esenti. è quindi necessario recarsi presso gli uffici amministrativi (Punti Sanità, Uffici Cassa Ospedali di Rovigo e Trecenta) per il rila-scio del CERTIFICATO PROVVISORIO DI ESENZIONE.

Progetto "Vita indipendente"

fonte Cgil (D.G.R. 2824 del 18/09/2003)

La Legge 162/98, ha modificato e aggiornato l’art. 39, comma 2, della Legge del 5 febbraio 1992, n. 104, e ha disposto che “allo scopo di garantire il diritto ad una vita indipendente alle persone con disabilità permanente e grave limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita non superabili mediante ausili tecnici” le Regioni disciplinino le modalità di realizzazione di programmi di aiuto alla persona, gestiti in forma indiretta, anche mediante piani personalizzati per i soggetti che ne facciano richiesta, con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia” (art. 1 – ter della L. 162/98).

In tal modo si richiama l’attenzione sulla necessità di programmare servizi ed interventi che, attraverso la partecipazione attiva delle persone con disabilità, assicurino pari opportunità per tutti i cittadini nella vita di relazione, sociale e lavorativa. Il diritto alla vita indipendente, definito dalla norma, sancisce come principio per le persone con disabilità il diritto di vivere, come tutti, senza barriere od ostacoli che impediscano o limitino la loro capacità e il diritto di orientare autonomamente le scelte di vita personale.
La realizzazione di programmi di assistenza “gestiti in forma indiretta” rappresenta una modalità innovativa nel sistema dei servizi socio-assistenziali e presuppone l’esistenza di un progetto globale di vita, in cui alla persona con disabilità viene assicurata la possibilità di autodeterminare: il livello di prestazioni assistenziali di cui necessita, i tempi ed, inoltre, la scelta dell’assistente personale e la gestione del rapporto contrattuale.
Tale modalità consente alla persona con disabilità di diventare protagonista della propria esistenza, favorendone la partecipazione attiva alla vita sociale e lavorativa ed innescando pertanto processi di piena integrazione sociale.
La Giunta Regionale con DGR 4022 del 30/12/02 ha previsto la realizzazione di progetti finalizzati alla vita indipendente, nell’ambito della programmazione degli interventi di sostegno alle persone con grave disabilità, ai sensi della L. 162/98, finanziati con risorse trasferite dal Fondo Nazionale delle Politiche Sociali.
Con la stessa deliberazione la Giunta Regionale ha approvato le linee di indirizzo per la predisposizione, da parte delle Aziende Ulss, dei programmi annuali di intervento con l’individuazione di: obiettivi, destinatari, tipi di prestazioni e modalità di attuazione del sistema di intervento.
La Regione del Veneto ha previsto l’istituzione, a carico del Fondo Sociale Regionale, di un apposito finanziamento per la Vita Indipendente delle persone con disabilità, di cui all’art. 1- ter, della L. 162/98. Tale disponibilità consente l’avvio di una politica più incisiva a favore delle persone con disabilità, promuovendo e sostenendo specifiche progettualità a livello locale che permettano, su tutto il territorio regionale, la realizzazione di progetti individuali di vita indipendente, in modo da assicurare risposte adeguate e modalità di intervento efficaci per la piena autonomia delle persone con disabilità.
Le Aziende Ulss, in collaborazione con le Amministrazioni Locali, si sono impegnate, nella predisposizione di un programma territoriale attuativo in cui sono individuate le modalità organizzative e gestionali per l’approvazione dei progetti individuali di vita indipendente, sulla base delle seguenti linee di indirizzo:
Obiettivo
Favorire il diritto alla vita indipendente delle persone con disabilità, attraverso progetti individuali di assistenza, gestiti in forma indiretta.
Destinatari
Persone con grave disabilità fisico-motoria, di età compresa tra i 18 e i 64 anni, che nella costruzione di un progetto personale di vita intendano avvalersi dell’assistenza personale, gestendola in modo diretto.
Prestazioni
Nella predisposizione dei progetti individuali di vita indipendente possono essere ricomprese prestazioni finalizzate a:
- interventi domiciliari assistenziali (cura della persona e della casa);
- interventi per l’integrazione sociale (tempo libero, lavoro, formazione....);
- interventi per l’accessibilità e la mobilità (trasporto, accompagnamento, assistenza).
Modalità di attuazione
Il progetto individuale è predisposto dalla Unità Operativa Disabili dell’Azienda ULSS, su proposta e in accordo con la persona con disabilità e i suoi familiari, ed è approvato dalla UVMD del distretto di residenza dell’utente.
Il progetto definisce obiettivi, prestazioni, durata, entità del contributo mensile assegnato e modalità delle verifiche. Deve essere acquisita la disponibilità esplicita, da parte della persona, alla gestione complessiva dell’assistenza e del rapporto contrattuale con l’assistente personale.
Nell’ambito del progetto deve essere individuato l’operatore sociale di riferimento, con il compito di monitorare e verificare l’attuazione del programma personalizzato di assistenza, secondo gli impegni assunti.

Per l’individuazione dell’assistente personale la persona con disabilità può ricorrere a:
- personale di cooperative sociali o associazioni convenzionate con l’Azienda ULSS, con il quale la persona intrattiene un rapporto contrattuale diretto;
- personale di cooperative o associazioni scelte dalla persona con disabilità;
- personale privato, con regolare rapporto di lavoro, scelto dalla persona con disabilità.
Contributo mensile
In relazione agli obiettivi del progetto individuale viene concesso un contributo mensile dell’importo massimo di € 1.000,00.
Graduatoria
Le Aziende ULSS per l’assegnazione dei contributi di cui al presente provvedimento predispongono una graduatoria unica, ordinando le richieste delle persone con disabilità mediante l’applicazione dei seguenti criteri di priorità:
- reddito Isee più basso. L’Isee viene determinato dietro presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica, come previsto dal DL 109/98 e DL 130/00 e dal Dpcm 242/2001. Ai fini del calcolo della situazione reddituale si considera il solo reddito della persona con disabilità;
- condizione familiare;
- particolari condizioni di carattere abitativo e ambientale.

Il programma attuativo, predisposto dall’Azienda ULSS, contiene inoltre le modalità di
informazione e di comunicazione ai soggetti interessati e alle Associazioni delle persone con disabilità.
Il programma attuativo è approvato con apposito Accordo di Programma tra Azienda ULSS e Comuni e trasmesso alla Direzione Regionale per i Servizi Sociali entro trenta giorni dalla pubblicazione del presente provvedimento.
Le Amministrazioni Comunali, in sede di approvazione dell’Accordo di Programma, possono incrementare con proprie risorse il contributo mensile assegnato per la realizzazione dei progetti individuali di vita indipendente.

REFERENTI PER GLI UTENTI:
Azienda ULSS - Servizio UVMD
Amministrazioni Comunali (Assistente Sociale).

Utilizzare il Telesoccorso

Fonte Cgil (L.R. 26/04/1987)

Possono chiedere l'attivazione di questo servizio i cittadini ultrasessantenni o an¬che soggetti più giovani in condizioni di salute gravi, previa presentazione di certi¬ficato medico attestante lo stato di persona a rischio.
Per l'attivazione del servizio occorre rivolgersi ai Servizi Sociali del Comune.
Il Comune si attiva presso la regione, che a sua volta attiverà un supporto privato che fornisce il servizio.
Alcuni Comuni legano l’attivazione del servizio all’ISEE, altri Comuni chiedono solamente il reddito.
Per alcuni Comuni il servizio è gratuito, per altri Comuni il servizio ha un costo che varia in funzione dell’ISEE.

25.2.11

Servizi sociali e sanitari. I tagli annunciati per il bilancio 2011 nel Veneto

Fonte: volantino Cgil per la manifestazione del 26 febbraio 2011 a Venezia.

A causa dei tagli decisi dal governo (quasi 400 milioni di euro in meno per il Veneto), la Regione si appresta ad approvare un Bilancio di previsione che taglia con l'accetta e senza alcuna idea di programmazione e di individuazione di priorità, praticamente tutti i capitoli di spesa.
Zaia è l'unico Presidente di Regione a dichiararsi d'accordo con i tagli decisi dal governo mentre tutte le altre regioni (sia quelle governate dal centro destra, sia quelle di centro sinistra) avevano denunciato i rischi concreti di ricadute devastanti in termini di tagli ai servizi essenziali (sanità, assistenza sociale, trasporto pubblico locale, ma non solo) e in aumento delle tasse.

Servizi sociali e sanitari.
È azzerata la voce "concorso finanziario alle attività istituzionali dei comuni e delle ULSS nell'ambito dei servizi sociali" (-20,5 milioni di euro), risorse che finiranno in un fondo di rotazione per l'edilizia socio sanitaria (ma intanto i comuni e le ULSS rischiano di dover tagliare servizi e prestazioni).
Sono tagliati in modo indiscriminato i fondi per il sostegno alle politiche per la famiglia (-10,5 milioni di euro), i servizi per i disabili (-45%), il fondo per la non autosufficienza (-15 milioni di euro), azzerati infine i finanziamenti per il terzo settore. In sostanza siamo alla macelleria sociale.