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Badia Polesine: impoverito il punto sanità

Da Il Gazzettino, 1 settembre 2009

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BADIA POLESINE L’allarme lanciato dall’assessore provinciale Brusco per i servizi sul territorio

Chiusi l'ambulatorio di diabetologia e il centro diabetico. Pazienti dirottati sul San Luca di Trecenta

«L'emorragia di servizi nei punti sanità dell'Ulss 18 non si arresta».
Nuovo grido d'allarme dell'assessore provinciale alla Salute Guglielmo Brusco che dopo aver sollevato il caso di Castelmassa, è stato raggiunto da altre preoccupate segnalazioni provenienti dal bacino di utenze sanitarie che gravitano sul Punto sanità di Badia.
Immediata la nota di protesta inviata al collega della Regione Sandro Sandri che aveva assicurato un interessamento sulla vicenda. A detta di Brusco, però, la deriva imboccata con i servizi sospesi o scomparsi sembra tutt'altro che arrestata.
«Sull'onda dello sconcerto suscitato intorno al caso di Castelmassa - spiega l'assessore provinciale - anche la zona di Badia si è mobilitata segnalando che il loro Punto sanità è oggetto di un progressivo impoverimento di servizi. È stato chiuso l'ambulatorio di diabetologia e centro diabetico. Ora i pazienti sono stati dirottati sul San Luca di Trecenta. Qui si apre un altro scenario di insufficienze perché la scarsità di personale impedisce all'ospedale di rispondere alle richieste in tempi celeri tanto che persino le visite di controllo stanno slittando dei mesi. Tutto ciò va ad aggiungersi all'ormai acclarata eliminazione di odontostomatologia e fisiatria e alla ventilata e probabilmente prossima chiusura degli albulatori di otorinolaringoiatria, ortopedia, neurologia e medicina dello sport».
Brusco ha calcolato come il calo di servizi nella struttura sanitaria badiese ammonti già al 17 per cento del totale e che con gli ulteriori minacciati azzeramenti si sfiorerà il poco invidiabile primato del 40 per cento di specialità ambulatoriali in meno. «Nonostante il sito internet dell'Ulss 18 riporti senza alcuna correzione la presenza di tutti i servizi compresi quelli scomparsi - precisa l'assessore polesano -. È chiaro che questa politica regionale sta di fatto privilegiando i gestori privati indebolendo le strutture pubbliche e trasferendo su tanti pazienti i pesanti costi aggiuntivi misurabili sia in scarsa assistenza che in esborso di denaro».
I rischi per Brusco sono di due tipi: da un lato si cedono servizi ai privati con aggravio del deficit generale della sanità pubblica chiamata a pagare per le specialità date in convenzione. Dall'altro, come nel caso di odontostomatologia, le utenze che non trovano più l'ambulatorio nella struttura pubblica sono costrette a rivolgersi ai medici privati, in questo caso dentisti che richiedono parcelle ben più alte di quanto non era garantito dagli ambulatori pubblici.
«A questo punto chiedo al mio colega Sandri cosa serva parlare di decentramento, servizi territorializzati e vicini alla gente quando le forme più ovvie per garantire queste necessità sanitarie vengono tagliate, ridimensionate o delegate a gestori privati?».

Franco Pavan

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