25.12.08

Da non perdere l'ultimo numero de l'Espresso

Nell'ultimo numero dell'Espresso (30 dicembre 2008), a pag 48, troviamo un interessante articolo sulla sanità in Veneto. L'Ulss 18 è protagonista assoluta.
DA NON PERDERE.

24.12.08

Ignorato dall'Ulss il Piano locale per la domiciliarità

I tagli al materiale sanitario fornito ai pazienti in assistenza domiciliare sono una violazione alla programmazione vigente in materia.

I compiti affidati all'Ulss dal Piano locale per la domiciliarità sono chiari. Invito tutti gli interessati a scaricare il documento direttamente dal sito dell'Ulss e a verificarne i contenuti.

Collegarsi alla home page a questo indirizzo (basta cliccarci sopra): http://www.azisanrovigo.it/
Cercare in basso a destra il link Conferenza dei Sindaci e cliccarci sopra. Scorrere fino in fondo la nuova pagina dove è prevista la sezione Documenti scaricabili: l'ultimo riguarda il Piano locale domiciliarità. A questo punto basta fare clic sul titolo e viene scaricato un file in pdf che si può salvare o leggere direttamente.
Sono 98 pagine. La parte che ci interessa è la 7.1 Interventi erogati a domicilio e di supporto alla famiglia dove si parla di:

7.1.2 ADI – Assistenza Domiciliare Integrata a pagina 50.
Il capitolo è tutto da leggere ma a pagina 54 c'è la dimostrazione che l'Ulss non può unilateralmente ridurre i propri impegni. Si veda appunto l'art. 9:

Art. 9 Interventi e prestazioni che rientrano nell’ADI e Ente cui competono

Tra le voci di competenza Ulss troviamo, ad esempio:
- Prelievi ematochimici (in persone non dembulanti)
- Medicazioni: - chirurgiche - decubiti - dermatologiche/oncologiche
- Terapia infusiva reidratante
- Gestione Peg
- Programmi educativi diretti alla prevenzione e alla gestione dei presidi
- Visite domiciliari infermieri ADI
- Partecipazione alle UVMD
- Assistenza non specialistica di supporto

varie altre cose, ma soprattutto:

Fornitura e consegna materiale sanitario, farmaci, presidi per la nutrizione ove previsto.

Quindi non solo presidi e farmaci ma anche materiale sanitario (che, tra l'altro, dovrebbe essere recapitato a casa mentre, invece, tutti o quasi se lo vanno a prendere al San Luca). Tra il materiale sanitario è da considerare tutto ciò che hanno tolto o ridotto ai pazienti in assistenza domiciliare, a partire dallo scorso mese di novembre.

Il piano è stato approvato dalla Conferenza dei Sindaci e ratificato dai consigli dei comuni dell'Ulss. Si rifletta perciò sul fatto che ora l'Ulss non può, unilateralmente, senza alcuna concertazione coi comuni, stabilire "linee guida" o "protocolli" che siano in aperto contrasto con lo strumento di pianificazione approvato.

23.12.08

Assistenza domiciliare, non facciamoci prendere per il naso

Ogni riduzione del materiale sanitario è illegittima. Non esiste alcun elenco approvato dall’unità di valutazione multidisplinare. I medici di famiglia sono stati esclusi da ogni decisione.
Una procedura illegittima anche dal punto di vista amministrativo: nessuno ha ricevuto una comunicazione di avvio del procedimento (legge 241/1990).
Resistere, resistere, resistere.


Gli schizzettoni (siringhe da 50 o 100 cc per l’alimentazione via Peg) scarseggiano, così come altro materiale per la cura di mia moglie, in regime di Adi-Med (assistenza domiciliare integrata medicalizzata). Queste siringhe, del costo di poche decine di centesimi, sono tra il materiale che scarseggia e che, da novembre 2008, viene erogata in misura insufficiente alle famiglie che assistono i propri congiunti a casa.
Telefono all’assistenza infermieristica per anticipare la mia richiesta. Subito mi viene opposto un fantomatico elenco approvato da un indefinito ‘medico responsabile’. E’ una favoletta che non sta in piedi, per un semplice motivo: il medico di famiglia, cioè colui che ha la responsabilità più diretta della gestione del paziente in Adi, non è stato assolutamente sentito. Men che meno è stata convocata l’unità di valutazione multidisciplinare che ha, tra i propri scopi, la definizione delle cure e delle necessità domiciliari.
Pertanto, non facciamoci impressionare: l’elenco di cui ci parlano per tentare di farci digerire questa vessazione, NON HA ALCUNA VALIDITA’.

Le procedure che l’Ulss sta attuando sono irregolari anche dal punto di vista amministrativo (legge n. 241/1990). Una pubblica amministrazione, quale è l’Ulss, deve informare per iscritto, mediante una comunicazione di avvio del procedimento, ogni provvedimento che intenda attuare a carico di una persona direttamente coinvolta. E questo non è avvenuto.

La situazione è difficile. Anziché aiutarci ad assistere i nostri familiari, da un po’ di tempo a questa parte, si cerca di ostacolare, coscientemente o meno, l’attività di assistenza a domicilio.
Dobbiamo resistere! Non dobbiamo accettare questo ultimi provvedimenti. Dobbiamo continuare a informare l’opinione pubblica delle ingiustizie che si stanno compiendo.

Resistere, resistere, resistere.

20.12.08

«Fatemi dare da mangiare a mia figlia»: si incatena

Sul problema della riduzione degli ausilii ai pazienti in assistenza domiciliare, riporto la cronaca del Gazzettino e del Resto del Carlino sulla protesta attuata da una donna di Occhiobello a difesa dei diritti essenziali della figlia cerebrolesa.
Impressiona la risposta che avrebbe ricevuto dal responsabile del servizio dell'Ulss 18: "date pure venti schizzettoni a questa poveretta". Mi chiedo se questa è la persona giusta al posto giusto.

----inizio documento

Il Gazzettino, sabato 20 dicembre 2008

Clamoroso gesto di una donna che ieri mattina si è legata all’interno dell’ospedale San Luca

Si è incatenata in ospedale a Trecenta, al maniglione antipanico della porta di fronte del servizio assistenza domiciliare, perchè non volevano fornirle gli strumenti con i quali dare da mangiare alla figlia cerebrolesa. Una protesta estrema. Di una madre coraggio, Alba Barca, 65 anni di Occhiobello, premiata proprio ieri sera come cittadina dell’anno del suo paese per l’impegno nel volontariato e nella dedizione a Greta, che assiste da quando è nata, 44 anni fa. Una protesta durata pochi minuti, ma efficace. Il tempo che alcuni medici la invitassero a sciogliere la catena e ad accomodarsi nell’ufficio di Stefano Romagnoli, il primario dell’Adi (assistenza domiciliare), dove affrontandolo a muso duro ha ottenuto l’obiettivo. Gli hanno dato gli "schizettoni". Le siringhe da 50 centilitri usate per inserire il cibo frullato nella "peg", un’apertura praticata sulla pancia attraverso la quale Greta si nutre.
«Ne serve una al giorno di siringhe - racconta la signora Barca - Me ne avevano date solo quindici e non arrivavo a fine mese. Dopo la protesta di oggi Romagnoli ha detto al suo assistente "dia pure venti schizzettoni a questa poveretta", in tono di compatimento nei miei confronti. So che ora me la farà pagare, come tutte le altre volte che io e altre famiglie siamo andate contro a quello che lui riteneva opportuno. Ma non m’importa. Io combatto per poter alimentare mia figlia come credo sia meglio per lei e sono disposta tutto. Come vede, anche a incatenarmi».
Secondo il racconto di Alba Barca, che anche ieri come sempre ha ricevuto il sostegno e la solidarietà dell’assessore provinciale Guglielmo Brusco, la questione degli "schizettoni" negati è legata a un nuovo metodo di alimentazione che i medici dell’assistenza domiciliare dell’Ulss 18 vogliono imporle sostituendo il suo, perchè ritenuto più efficace e all’avanguardia.
«Sarà anche così non discuto - continua Alba - Ma quando l’ho provato Greta ha sempre avuto forti attacchi di dissenteria. Con la verdura, la frutta, la carne frullata, il latte e biscotti che gli preparo io da nove anni, da quando cioè è costretta ad alimentarsi così, non ci sono mai stati problemi. Lei mangia tutto quello che mangiamo noi. Insieme a noi in cucina e non sbattuta in un angolo con un flebo addosso. Un aspetto importante anche questo. Ma l’Ulss non intende più passarci le sirighe, se continuo ad alimentarla come abbiamo sempre fatto». Salvo cedere, se una madre coraggio s’incatena dentro all’ospedale.

Ivan Malfatto

----fine documento

----inizio documento

Il Resto del Carlino, 20 dicembre 2008

LA PROTESTA A TRECENTA
Disperata, si incatena la madre di una disabile
Con i tagli alla sanità la ragazza dovrà essere alimentata diversamente rispetto a prima, con sacche di nutrimento chimico che - dice la mamma - non verranno sopportate dalla giovane

L’aveva promesso l’altro ieri davanti ai giornalisti e ha mantenuto la parola. Alba Barca, madre di una ragazza disabile, ieri si è incatenata al maniglione della porta antipanico, nell’atrio dell’ospedale di Trecenta, dove ha sede il servizio di assistenza domiciliare (Adi) dell’Asl, per protestare contro i tagli che recentemente hanno colpito il servizio.
Il tutto non è durato più di dieci minuti, perchè più che tempestivo è stato l’intervento del responsabile della Soc Assistenza primaria Stefano Romagnoli, che ha dato ordine agli operatori di ‘liberare’ la signora e si è appartato con lei nel primo ambulatorio libero, per risolvere la questione.
"Mia figlia si alimenta da nove anni tramite peg (una valvola collegata allo stomaco, attaraverso la quale passa il cibo, tramite l’uso di apposite siringhe, chiamate schizzettoni, ndr) — aveva spiegato Alba Barca l’altro ieri, nel corso di una conferenza stampa nel palazzo della Provincia di Rovigo, organizzata dall’assessore Brusco per dar voce alle rimostranze di alcuni genitori di ragazzi disabili — e in tutto questo tempo le ho preparato io i pasti, chiedendo all’Asl solo gli schizzettoni necessari per l’introduzione del cibo, al posto dei quali ora mi si vogliono propinare sacche di nutrimento chimico che oltre a costare di più al servizio pubblico, non sono tollerati dall’organismo di mia figlia. Domani (ieri per chi legge, ndr) farò la mia richiesta al S. Luca e se non mi ascolteranno mi incatenerò".
E così Alba ha fatto, con una catena di 4 metri, che le è costata i rimproveri del primario ma le è valsa la consegna di 20 schizzettoni per nutrire la figlia, con i quali potrà tirare avanti un mese. "Mi auguro che per gli altri familiari di disabili tutto ciò non sia necessario, per essere ascoltati — commenta l’assessore provinciale alla Sanità, Guglielmo Brusco — e vorrei esortare chi gestisce il denaro della sanità pubblica, anche a livello regionale, a prestare più attenzione alle sofferenze delle persone, per impedire che la disperazione le induca ad altri gesti estremi come questo".

di Milena Furini

----fine documento

18.12.08

Brusco: interrogativi sui tagli all'Ulss 18



Dal sito dell'Amministrazione provinciale



L’assessore provinciale alla Sanità Guglielmo Brusco ha reso noto, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Celio, che il 25 novembre il direttore dell’Asl 18 Marcolongo ha scritto ai primari, invitandoli a rinviare all’anno prossimo attività che possono generare nuovi costi e verificare fin d’ora la possibilità di economie.

Per l’assessore Brusco “fermo restando che almeno a parole si dice di non fermare costi legati ad eventi di urgenza o servizi sanitari essenziali, chiedo anche all’assessore regionale al Bilancio Coppola se sono credibili questi tagli dopo che a Marcolongo è stato consentito di accumulare in 5 anni deficit per 216 milioni di euro, ed è stato premiato, con questi risultati economici, con decine di migliaia di euro di incentivo”.
“Come mai - ha proseguito Brusco - non si avvia l’ambulatorio fisiatrico che all’Asl 19 è invece già partito? Cosa può dirci il direttore sociale Poiré? Perché arrivano voci sempre più preoccupanti da neuropsichiatria infantile? Dove sono finiti i fisioterapisti di questo servizio? E dove finiranno le logopediste? Perché l’orario sportello Adl Rovigo è 12,30 invece di 17,30? Perché non vengono forniti a sufficienza guanti, pomate ed ausilii vari”.
Poi quattro genitori di ragazzi disabili che hanno raccontato alcune traversie, dovute, a loro dire, a carenze nei servizi a domicilio.

6.12.08

Il taglio ai presidi Ulss costerà 200 euro al mese alle famiglie dei pazienti

Nel post Assistenza domiciliare, tagliati i presidi sanitari a supporto dei pazienti ho raccontato della riduzione del materiale destinato ai pazienti in Assistenza domiciliare integrata (Adi). Una decisione attuata senza minimamente coinvolgere i medici di famiglia e senza motivazione alcuna per le famiglie dei pazienti.
I genitori di M. hanno chiesto alla propria farmacia un preventivo per la fornitura del materiale che non sarà più fornito, totalmente o parzialmente, dall’Adi.
Il conto fa impressione: € 199, 65 al mese.
Va notato che le famiglie dei pazienti in Adi già prima di questi tagli dovevano far ricorso alla farmacia per procurarsi tutta una serie di prodotti che l’Adi stessa non forniva. Questi 199,65 euro al mese sono quindi da considerare aggiuntivi, non certo la spesa complessiva.
I Comuni possono lasciare che questo accada?

Di seguito riporto le voci e i costi del preventivo.

----inizio documento


Materiale - costo unit. - q.tà - totale

  • Siringoni da 100 ml (PEG) - € 4,00 - n. 10 - € 40,00
  • Clisma da 120 ml - € 3,00 - n. 15 - € 45,00
  • Sonde rettali - € 0,95 - n. 15 - € 14,25
  • XPrep lassativo 75 ml - € 7,00 - n. 5 - € 35,00
  • Guanti in polietilene (*) - € 2,00 - n. 3 - € 6,00
  • Guanti in lattice (**) - € 10,00 - n. 1 - € 10,00
  • Amuchina concentrata (***) - € 5,00 - n. 2 - € 10,00
  • Pomata Luan - € 6,40 - n. 1 - € 6,40
  • Garze cm 10 x 10, 8 strati - € 16,50 - n. 22 - € 33,00

TOTALE € 199,65

----fine documento

(*) sono guanti simili a quelli utilizzati nei supermercati per la frutta e verdura. (**) guanti ben aderenti, adatti alle medicazioni e alle operazioni di aspirazione. (***) da usare per la preparazione della soluzione al 5% in cui tenere immerso il sondino di aspirazione.

5.12.08

Sanità nell’Ulss 18, la risposta all’interpellanza del 21 novembre

L’interpellanza di Giuliana Gulmanelli è stata oggetto di discussione nella seduta del consiglio provinciale del 28 novembre 2008. Ha risposto, per la giunta provinciale, l’assessore alla sanità Guglielmo Brusco il quale ha sostanzialmente accolto le valutazioni e le proposte contenute nell’interpellanza.
Pertanto, l’amministrazione provinciale proporrà ai comuni di istituire e pubblicizzare a livello locale, in particolare nei comuni sede di Punti Sanità, appositi sportelli per la raccolta delle segnalazioni degli utenti dell’ASL 18. Inoltre, la provincia provvederà a ristrutturare la sezione sanità del proprio sito internet per metterlo a disposizione di cittadini e amministratori comunali.
Riporto di seguito, per esteso, la risposta dell’assessore.

----inizio documento

AL Capogruppo Consiliare Provinciale PD
Giuliana Gulmanelli

e p.c.

Al Presidente della Provincia
Al Presidente del Consiglio provinciale

Oggetto. Chiarimenti interpellanza sulla sanità nell’Ulss n° 18

Spett. Capogruppo,
ho letto con particolare interesse la Sua interpellanza che testimonia una particolare attenzione verso alcuni dei temi più scottanti della sanità polesana, in particolare per quella dell’ASL 18.
E’ infatti in questa Azienda Sanitaria che vengono segnalate le più grandi difficoltà da parte dell’utenza e degli operatori dipendenti.
E’ per questi motivi che l’Assessorato Provinciale alla Sanità segue molto da vicino l’evolversi della situazione che vede, numeri alla mano, diminuire per tanti servizi il ruolo del gestore pubblico, rispetto a quello dei gestori privati.
Perciò le posso assicurare che concordo perfettamente con la Sua analisi che vede con preoccupazione dispiegarsi una emorragia di professionisti che rischia di compromettere ancor più la quantità e la qualità dei servizi erogati dall’ASL 18.
Le partenze di professionisti come il Dr Navarro, il Dr. De Grandis, del Primario di Urologia, della D.ssa Palù preceduti ad esempio da quelli dei Dottori Raisi, Zonzin, Ronchin, Mari, Furlani, Fantinati, ecc. ecc. sono preoccupanti anche alla luce del fatto che oltre all’aspetto qualitativo, anche quello quantitativo desta molte preoccupazioni.
In questo senso infatti vanno presi con preoccupazione i dati che vedono il personale di alcuni settori essere in numero nettamente inferiore a quello previsto dalla stessa pianta organica al 31.12.2006, definita dallo stesso Dr. Marcolongo con riferimento al personale presente in data 1.5.2008.
A tale proposito fornisco solo alcuni dati dimostrativi di una situazione in grave sofferenza. Al 1° maggio 2008, rispetto ad una pianta organica prevista di 2.492 dipendenti, effettivamente in servizio ce n’erano 2.296 (- 196 – 7,8%). In particolare mancavano 57 medici, 5 veterinari, 46 operatori infermieristici, 14 tecnici sanitari e 9 della riabilitazione. Per questo motivo ho già chiesto nei mesi scorsi all’Assessore Regionale alla Sanità, un aumento di organico.
Finora comunque non ho ricevuto nessuna risposta.
Per il recupero dell’Ospedale San Luca, il punto certamente più debole della struttura ospedaliera dell’ASL 18 sono giusti i riferimenti da lei prodotti circa il tentativo di avanzare una proposta che rafforzasse l’area dei servizi ospedalieri in Alto Polesine. Addirittura le posso assicurare che prima della proposta di avere al San Luca almeno due dipartimenti (uno Medico e uno Chirurgico e dell’Urgenza) e il recupero di due primariati (Pronto Soccorso e Radiologia), grazie ad alcuni tecnici la prima proposta prevedeva almeno tre dipartimenti e nella forma più completa anche, analogamente a quanto previsto all’Ospedale di Adria, la richiesta di cinque dipartimenti. Tale proposta non fu accettata e si passò alla minimale concordata dai Sindaci dei Comuni dell’ASL 18, che però non ha prodotto granché di nuovo.
Continuano invece ad indebolirsi i servizi del San Luca che come Lei ha ben ricordato hanno perso oltre la vecchia Riabilitazione Pneumologica, visto indebolirsi il servizio di Oculistica oltre che una ulteriore contrazione delle sedute operatorie di Chirurgia Protesica, ecc…
Anche i servizi di Assistenza Domiciliare sono in difficoltà e le segnalazioni ricevute in questi ultimi tempi presentano una situazione che vede diminuire la consegna di materiali per l’assistenza dei pazienti e, in qualche caso anche le ore di presenza degli operatori mandati presso le famiglie dall’ASL 18.
Ha ragione poi nel lamentare un sistema di comunicazione verso l’esterno che, nonostante le ingenti spese sostenute dall’ASL 18 per campagne di informazione, non concede facile accesso a documenti come i decreti del Direttore Generale e i verbali delle riunioni della Conferenza dei Sindaci. Del resto se Lei pensa che, a me, in qualità di assessore provinciale, non vengono consegnati dati richiesti per proporre soluzioni a certi disagi per i cittadini (ad esempio quelli dei migranti per la riabilitazione cardiologica), rimandandomi beffardamente, per iscritto, alla lettura della prossima relazione Socio-Sanitaria dell’ASL 18, quale trasparenza pensa sia possibile avere con tale Dirigenza, supportata comunque sempre in modo molto deciso da autorevoli esponenti della Giunta Regionale del Veneto? Neanche i tempi d’attesa mi risulta siano pubblicati all’esterno dei centri di prenotazione!
Per questi ultimi motivi, come Lei ha così ben spiegato, concordo con le Sue proposte di chiedere ai comuni di istituire e pubblicizzare a livello locale, in particolare nei comuni sede di Punti Sanità, appositi sportelli per la raccolta delle segnalazioni degli utenti dell’ASL 18. Tali segnalazioni, come richiesto poi nel Suo secondo suggerimento, potrebbero essere trasmesse nello spazio Sanità già funzionante nel sito internet della Provincia di Rovigo, spazio che stiamo già pensando, proprio per un più diretto e ampio rapporto con la gente, di rafforzare.

Cordiali saluti e sempre disponibile per ulteriori chiarimenti e iniziative.

Brusco Guglielmo

----fine documento

4.12.08

«Ridate il lavoro alla Nike Kai Dike»

25 persone perderanno il posto di lavoro, sono i portantini della Nike Kay Dike alla quale l'Ulss 18 non rinnoverò più il contratto. Se ne è parlato nell'ultima seduta del consiglio comunale di badia Polesine. Questo è l'articolo che il Gazzettino ha pubblicato sull'argomento.

----inizio documento

Il Gazzettino, 4 dicembre 2008

BADIA - L’Ulss ha tagliato il contratto

Consiglio contro Marcolongo

L'intero consiglio comunale di Badia Polesine ha espresso solidarietà nei confronti della Coop Nike Kai Dike di Fiesso Umbertiano alla quale a fine anno l'Ulss 18 non rinnoverà più il contratto per il servizio di portantini (25 persone, 8 svantaggiate).
L'argomento è stato illustrato dall'assessore ai Servizi sociali Giulio Barbieri (An) che ha difeso le ragioni della Nike Kai Dike dicendosi amareggiato per la decisione dell'Ulss 18: «Ritengo che le istituzioni pubbliche debbano sforzarsi nell'incentivare le imprese cooperative ad aumentare i livelli occupazionali per favorire il circuito virtuoso al tempo stesso sociale e produttivo, perchè si fonda più sul lavoro che sull'assistenza pura e semplice. Chiedo a sindaco e consiglio comunale di farsi portavoce verso l'Ulss 18 e il suo direttore generale Adriano Marcolongo affinchè riveda le posizioni nei confronti della Nike Kai Dike».
Edo Boldrin (Pd) ha condiviso le valutazioni di Barbieri e si è associato alla richiesta; Giuseppe Romani (Udc) si è dichiarato disponibile a firmare un documento consiliare specifico sulla Nike Kai Dike; Giovanni Rossi (Fi della quota che sta all'opposizione) ha aggiunto: «Sono d'accordo con le valutazioni di Barbieri, ma non c'è da stupirsi per quello che sta succedendo visto che Marcolongo da cinque anni fa questo tipo di scelte: qualcuno si sta svegliando tardi!». Pierleopoldo Visentin (Fi di opposizione) ha chiuso: «Del problema Nike Kai Dike occorre investire l'assemblea dei sindaci».
Il sindaco ha ricevuto mandato dal Consiglio di agire per difendere la Nike Kai Dike, ma non si sa se qualcosa si muoverà. Un anno fa tutto il Consiglio aveva difeso il San Luca di Trecenta , ma la presa di posizione non ha avuto effetto. Se le premesse sono queste c'è da ritenere che tutto finirà in una bolla di sapone. E poi perchè Barbieri si è limitato a una comunicazione invece di predisporre un ordine del giorno che avrebbe avuto, dal punto di vista formale e istituzionale, più peso votato all'unanimità?

Paolo Aguzzoni

----fine documento